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Rudolf Otto (Peine, 25 settembre 1869 – Marburg, 6 marzo 1937) è stato un teologo e storico delle religioni tedesco, il cui pensiero è alla base della filosofia della religione, della psicologia della religione, della sociologia della religione e degli sviluppi più moderni della teologia cristiana.

Pastore luterano, insegnò teologia a Gottinga (1897), Breslavia (1914) e Marburgo (1929), e fu deputato dal 1913 al 1921. La sua opera fondamentale, Il sacro(1917), fu tradotta in italiano dal sacerdote modernista Ernesto Buonaiuti.

Inizialmente interessato all'opera di Albert Ritschl (1822-1889) e al pietismo religioso, Rudolf Otto incontra, nel 1900, lo storico delle religioni svedese Nathan Söderblom (1866-1931) e con esso avvia una ricerca sull'esperienza religiosa espressa dall'umanità nel corso della sua storia. Otto instaurò anche un rapporto con la fenomenologia di Husserl, che aveva letto il suo libro "Il Sacro".

Il confronto con la severa critica alla religione espressa dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (1804-1872), lo conduce verso una soluzione neokantiana del tema religioso dove ritiene di scorgere un «fondamento razionale nell'intuizione religiosa».

Nel 1911, dopo un soggiorno in India, la ricerca di Otto volge verso lo studio comparato delle religioni. Nel 1917 pubblica la sua opera più importante, Das Heilige. Über das Irrationale in der Idee des Göttlichen und sein Verhältnis zum Rationalen[1] (Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e la sua relazione col razionale), dove distingue gli elementi razionali e morali del sacro (tipici della religione moderna e del cristianesimo in particolare), da quelli irrazionali. Il sacro è inaccessibile, ineffabile e non oggettivabile: per definizione, sfugge alla comprensione della ragione umana.[2]

Gli elementi irrazionali del sacro sono riassunti dal concetto di “numinoso”, che comprende tre aspetti: 
  • Tremendum: il momento terrificante e inquietante del divino, e la percezione della sua sovrana potenza (majestas) che genera nell'uomo un sentimento di inferiorità, di essere creatura, legata anche al Giudizio finale.
  • Mysteriosum: l’aspetto sorprendente e incomprensibile, il «totalmente Altro» (ganz Anderes), concetto acquisito dalla teologia negativa d'Agostino d'Ippona[3][4] e poi ripreso non solo da Karl Barthma addirittura dagli ultimi Theodor Adorno e Max Horkheimer,
  • Fascinans: l’aspetto attraente e beatificante del divino, che dà luogo al rapimento mistico, e la percezione del valore in sé (augustum)





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